Il 26 luglio 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato una delibera autorizzando l’Avvocatura dello Stato a presentare ricorso contro l’Austria per le restrizioni imposte al transito dei veicoli industriali lungo l’asse del Brennero. Questa decisione è stata presa dopo che la Commissione Europea aveva criticato alcuni provvedimenti adottati da Vienna.
La Commissione Europea ha contestato in particolare il divieto di transito notturno, i divieti settoriali per alcune merci compatibili con il trasporto ferroviario, il divieto di circolazione invernale durante il sabato e il sistema di "dosaggio" che limita il numero di veicoli pesanti in autostrada a un massimo di 300 camion l'ora in determinati giorni. Bruxelles ritiene che queste misure, sebbene motivate da considerazioni ambientali, siano incoerenti e sproporzionate, non riuscendo a giustificare pienamente gli obiettivi dell'Austria, come la tutela ambientale, la sicurezza stradale e la fluidità del traffico. Inoltre, la Commissione sostiene che tali provvedimenti penalizzino maggiormente le imprese straniere rispetto a quelle austriache.
Il governo austriaco ha respinto le critiche della Commissione Europea. Anton Mattle, Governatore del Tirolo, ha espresso sorpresa per il parere di Bruxelles, sottolineando che non si è tenuto conto di alcuni aspetti a sostegno della posizione tirolese, come i severi limiti sulle emissioni inquinanti recentemente stabiliti dall'UE e l'impatto del traffico pesante sulla salute della popolazione locale. Mattle ha ricordato le proposte avanzate da Tirolo, Alto Adige e Baviera per gestire meglio il traffico sul Brennero, come un sistema di prenotazione degli slot per i camion.
A livello federale, la ministra per gli Affari Europei, Karoline Edtstadler, e il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, hanno ribadito che le misure austriache sono necessarie, proporzionate e conformi al diritto UE. Hanno affermato che la libera circolazione delle merci non può prevalere sulla salute della popolazione e sull'ambiente in Tirolo, invitando al dialogo con Roma e Bruxelles piuttosto che a lunghe dispute legali. I due ministri hanno anche dichiarato che un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea non risolverà i problemi di traffico al Brennero.
La questione arriverà quindi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ma si prevedono tempi lunghi per una decisione definitiva. Secondo le statistiche più recenti, una decisione dei giudici europei può richiedere dai diciassette ai diciotto mesi. Per i ricorsi diretti, come quelli presentati da uno Stato, il tempo medio è di circa venti mesi.
Il processo di ricorso prevede diverse fasi: dopo la notifica del ricorso, il convenuto può presentare una risposta e possono seguire ulteriori scambi di memorie. Si svolge poi un'udienza pubblica, durante la quale l'Avvocato generale presenta le sue conclusioni, se nominato, e infine i giudici deliberano e pronunciano la sentenza. Le sentenze della Corte sono definitive e vincolanti.
I ricorsi diretti tra Stati sono rari, poiché i governi preferiscono risolvere le divergenze tramite negoziati politici e diplomatici. Sono invece più frequenti i ricorsi per inadempimenti presentati dalla Commissione Europea contro uno Stato membro. Nel caso del Brennero, Bruxelles non ha presentato un ricorso ma ha espresso solo un parere motivato.
L’associazione Anita ha espresso soddisfazione per l’avvio del ricorso, ritenendo che le misure austriache siano antieuropee, illegittime e costituiscano concorrenza sleale. Thomas Baumgartner, Past President dell’associazione con delega al Brennero, ha dichiarato che l'obiettivo è ristabilire il diritto europeo alla libera circolazione delle merci e delle persone.